Come promesso nel precedente articolo dedicato alla Principessa che amava i film horror, il conte Zarganenko ha intervistato Alessio De Santa, il disegnatore del graphic novel realizzato insieme a Daniele Mocci e Elena Grigoli.
Viene subito fuori, leggendo le parole di Alessio De Santa, che l’ispirazione trae origine da diverse fiabe della tradizione popolare europea e addirittura dal progetto di tesi: un confronto tra fiabe occidentali e quelle Zen. Dietro un apparente divertissement si cela un’ispirata consapevolezza culturale e psicologica.
L’aspetto inquietante che ogni fiaba nasconde è la consapevolezza che l’innamoramento o la delusione d’amore sono in realtà esperienze condivise da tutti - «nella fiaba, dice Alessio De Santa, volevo portare un po’ del linguaggio attuale».
Nel libro, svela il disegnatore, ci sono tre livelli di lettura: il primo è la fiaba per bambini; poi un secondo piano narrativo, più alto e infine un terzo, una sorta di ricompensa per i lettori più consapevoli. Il graphic novel nasconde più di una trentina di citazioni dall’arte, dalla letteratura e dalla musica, da Neruda a Klimt.
E un filo rouge lega tutta la narrazione…continua a leggere l’articolo sul blog.